domenica 4 gennaio 2015

BASTA QUESTI ORRORI SUL PIANETA

Mattazione: l'inferno dimenticato dagli animalisti

L'azione più improcrastinabile in difesa di un condannato a morte è sicuramente quella di evitare che venga ucciso. Succede che nel mondo animalista, secondo la logica della graduale liberazione degli animali, ci sia una sentita partecipazione ad azioni che tendono a proteggere gli animali dalle molte ingiustizie cui sono vittime da parte degli umani, ma pochissima adesione a lottare contro ciò che genera questa perniciosa mentalità antropocentrica (che considera gli animali alla stregua di oggetti ad uso e consumo dell'uomo) e che a sua volta genera il male supremo della sistematica macellazione nei mattatoi (veri e propri campi di smontaggio e di sterminio di questi nostri sventurati fratelli animali). così succede che se in una pubblica piazza un povero coniglio venisse preso a calci vi sarebbe sicuramente una mobilitazione generale del mondo animalista, ma che diecimila stessi conigli vengano trucidati ogni giorno negli allevamenti viene tacitamente e passivamente tollerato come un male inevitabile.

Molti animalisti giustamente reagiscano con veemenza e si mobilitino con grande partecipazione al sopruso pubblico di un uccello, un gatto o un cane randagio ma la stessa mobilitazione e lo stesso risentimento non si ravvisa al sistematico, ininterrotto massacro di cavalli, mucche, vitelli, maiali, agnelli, conigli, polli ecc. smembrati per l'alimentazione umana. Se c'è un luogo maledetto è il macello dove gli animali vengono prima martirizzati negli allevamenti intensivi e poi uccisi in modo ancora più atroce, fatti a pezzi, spesso ancora vivi, per essere venduti nelle macellerie e nei supermercati per coloro che credono che gli animali siano cose da mangiare e non esseri dotati come noi di pensiero, emozioni, paura e voglia di vivere. Non cento o mille animali trovano la morte ogni anno nella bolgia dei mattatoi ma 170 miliardi di creature innocenti, 700 milioni di polli solo in Italia, (esclusi pesci, crostacei, molluschi echinodermi ecc. considerati a peso e non come individui).
La mattazione riunisce in se ogni settore dell'attività cui è impegnato il movimento animalista: prigionia, tortura, violenza, sfruttamento, uccisione, disprezzo della vita, negazione del dolore della vittima, diritto al nutrimento naturale, alla maternità… Non uno ma tutti i diritti di cui gode per natura ogni essere vivente vengono infranti con gli allevamenti intensivi e la pratica macellatoria.

Se l'inferno esiste sono i mattatoi, dove gli animali aspettano in fila di essere smontati tra il puzzo, gli escrementi e le interiora sparse sul pavimento di chi li ha preceduti. Se c'è un'ingiustizia che grida al cielo la sua vendetta sono i fiumi di sangue versati negli scannatoi pubblici, approvati, richiesti da gran parte della massa e benedetti anche dal clero. Non c'è vergogna, mostruosità, depravazione, abiezione, abisso più profondo, oscurità paragonabile alla innaturale, sistematica abitudine di uccidere il proprio vicino e mangiarne il cadavere.

Sotto l'aspetto etico non c'è ingiustizia o crudeltà paragonabile al progetto di far nascere, per poi uccidere un animale per mangiarselo, al solo scopo di provare piacere gastronomico. Sotto l'aspetto estetico, un pezzo di carne è quanto di più informe, orripilante, vomitevole, si possa concepire come alimento. Sotto l'aspetto salutistico, non c'è pietanza più carente di principi nutritivi, più dannosa, più portatrice di malanni. Anche sotto l'aspetto economico la produzione di carne è una follia dal momento che assorbe sostanze dieci volte superiori ad un'alimentazione vegana. E se per un solo kg di carne bovina vengono sacrificati circa 12 mq di foresta, considerando per difetto il peso di 300 kg di carne ottenuta, ogni manzo allevato costa al pianeta almeno 3600 mq di alberi abbattuti.

Insomma, a parte il danno conclamato dell'alimentazione carnea sulla vita e sulla coscienza degli umani, sull'economia e sul pianeta, se fossi io la vittima di turno, prima di qualunque diritto vorrei non essere ucciso.
“Bisogna chiudere i mattatoi, a costo di un terremoto economico planetario” (Voltaire)

di Franco Libero Manco

Autore e fonte del contenutoL'autore e/o la fonte sono riportati nella parte iniziale o finale dell'articolo. Nel caso non risulti specificato nè un autore, nè una fonte, la paternità dell'articolo è da attribuirsi al membro che lo ha pubblicato, il quale ne assume conseguenzialmente anche la sua responsabilità. La relativa fonte e/o autore di ogni contenuto, ove riportati, devono essere sempre specificati in caso di condivisione del contenuto stesso. Per tutti gli altri contenuti quì presenti, pubblicati ma non condivisi o non attinti da fonti esterne a Laverabestia.org valgono le norme di licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0

giovedì 16 ottobre 2014

BASTA QUESTI ORRORI SU POVERI ANIMALI PER EGOISMO

Tutti dal contadino!
Si, lo so, lo so...... lo dite sempre... bisogna cambiare i metodi di assassinio... uccisioni con amore, prigionie compassionevoli, sgozzamenti rispettosi, macellazioni umanitarie, agonie sostenibili e sopportabili e così via......
E’ davvero straordinario notare la sistematicità di come ogni qualvolta che venga mostrata l’abominevole realtà dell’industria legale della carneficina di massa vi sia sempre una folta platea di persone che facciano presente di rifornirsi quotidianamente di latte direttamente dall'allevatore di montagna, in stile nonno di Heidi, che cresce e mantiene per puro "spirito umanitario" e fino alla loro "morte di vecchiaia" i piccoli vitelli nati maschi, "scarti" del latte, sempre qualcuno che vada ad acquistare la propria irrinunciabile fettina di dolore dal “piccolo” allevatore "compassionevole" e "sostenibile", il quale prima di impacchettargliela, commosso e con gli occhi immersi nelle proprie lacrime, pianta un coltello in gola e sgozza per loro con tanto amore e sostenibilità il “suo” animale, appena convertito in banconote.
C'è chi continuamente inneggia, pur di non rinunciare alla propria fettina di dolore, agli ormai pluriblasonati e fantomatici "metodi alternativi" di assassinio degli animali, nella speranza di alleviare eventuali minimi sensi di colpa. E così, con una teoria che mai avrà luogo, spazzano via in un solo attimo le urla, i lamenti ed i fiumi di sangue di miliardi di innocenti vittime annuali del palato, ignorando inoltre con banalità disarmante che l'incubo di tutti questi prigionieri comincia con la loro nascita e dura fino a quei brevi minuti di terrore dove il consumatore automatizzato pseudo-compassionevole-mascherato concentra invece e marginalmente la propria falsa attenzione. Perchè no, perchè non adottare metodi quali l'eutanasia o l'anestesia generale ammesso che poi si sia disposti ad ingerire insieme ai loro brandelli di carne anche il farmaco eutanasico o l'anestetico rimasto nei tessuti intrisi di sangue. Perchè sgozzarli invece e farli morire, come da sempre avviene, per dissanguamento, quando esisterebberero nelle menti di tanta gente metodi di sterminio che lenirebbero ulteriormente eventuali sensi di colpa come quelli sopra detti o come ad esempio la ghigliottina? Certo! Che ne dite della ghigliottina? Un secondo e la braciola è praticamente servita!
Nietsche scriveva: “Vi è un grado di falsità incallita, che si chiama coscienza pulita.”
A voi, voi che vi dichiarate di essere consapevoli, di avere scoperto la verità sanguinaria e di disperazione inquantificabile dell’orrore legale della carneficina di massa di esseri senzienti, voi che nel frattempo vi indignate ma continuate a cercare di razionalizzare in ogni modo una realtà irrazionalizzabile.
Oggi potete vedere e vedete, come non mai, la realtà senza mistificazione. Oggi dichiarate di essere consapevoli dell’infinito sterminio di massa di esseri senzienti innocenti. Nonostante tutto nel frattempo, cavalcando l'onda emotiva di opposizione allo sfruttamento intensivo, continuate a sperare che la domanda di qualche miliardo di persone che abitualmente mangiano corpi uccisi possa essere mantenuta e soddisfatta dal “piccolo” allevatore (che naturalmente sgozza con amore i suoi animali...) o continuate a sperare che ognuno magari possa crearsi il suo piccolo allevamento "sostenibile”, con macellazione umanitaria e indolore annessa, in propria autonomia, magari sul proprio balcone di casa…
E nel frattempo che continuate fantasiosamente a sperare qual è il miglior modo che vi viene in mente per mettere in atto la vostra indignazione, la vostra protesta, la vostra opposizione a tutto ciò per cui vi dichiarate consapevoli?
Naturalmente, quello di continuare ad andare in macelleria o al banco carni dei supermercati.
Tutto per non rinunciare in nessun modo a quel pezzo di corpo assassinato intriso di dolore e sofferenza che mai nessun condimento riuscirà a rendere digeribile alla propria coscienza.
E’ proprio vero, tutte le scuse portano al macello...
[Gaspare Messina - http://laverabestia.org]