- Ente Nazionale Protezione Animali.
PESCA. SEQUESTRATI A PALERMO 21 MILA METRI DI RETI ILLEGALI, PLAUSO DELL'ENPA ALLA CAPITANERIA DI PORTO
L’Enpa plaude alla straordinaria operazione di intelligence della Capitaneria di Porto di Palermo che ha portato alla confisca di 21 mila metri di reti illegali. Ogni anno, le ferrettare uccidono, oltre a tonni e pescespada, anche migliaia di cetacei e tartarughe marine.
Sull’Italia pende la sentenza della Corte di Giustizia europea che nell’ottobre del 2009 ha emesso la condanna nei confronti del nostro Paese per il mancato esercizio dei controlli necessari ad evitare l’uso delle ”reti da posta derivanti" così come previsto dalle norme europee. In particolare, si legge in una nota della Corte, ”l’Italia non ha provveduto a controllare, ispezionare e sorvegliare l’esercizio della pesca” al fine di assicurare il rispetto di divieto di detenzione a bordo e impiego di reti derivanti. Inoltre, osservano ancora i giudici comunitari, l’Italia non ha provveduto ”in misura sufficiente a che fossero adottati adeguati provvedimenti nei confronti dei responsabili delle infrazioni” alla normativa europea.
«La sentenza chiarisce definitivamente che l’Italia è responsabile per aver permesso l’utilizzo indiscriminato di reti illegali che catturano oltre l’80% di specie accessorie e sono causa ogni anno della morte di migliaia di cetacei e tartarughe.», dichiara Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa. «La straordinaria operazione di intelligence coordinata dal Comandante di Vascello Luigi Galioto della Cp di Palermo a cui siamo infinitamente grati – prosegue Ferri - ha portato al sequestro in porto di 21.000 metri di reti ferrettare prima che queste fossero utilizzate, il che dimostra due cose: che quando i controlli ci sono si colpiscono le irregolarità e che l’uso di reti illegali perdura purtroppo nel tempo.»
Richiediamo per questo ai Ministeri competenti uno sforzo immediato particolare per garantire controlli specifici dotando le Cp delle economie straordinarie per assicurare la confisca e la distruzione definitiva di ogni metro di rete illegale e il controllo quotidiano sullo sbarco del pescato.
«Purtroppo saranno di nuovo i cittadini, contribuenti italiani, a pagare per l’uso di reti bandite e per la cattura di pesci spada e di tonni con attrezzi retieri. Saremo chiamati a pagare una durissima multa per la condanna che a breve sarà evidentemente definitiva ma intendo chiarire nella mia prossima lettera in allegato al dossier sul caso che consegneremo al Commissario per la pesca, tramite il Parlamentare Europeo Andrea Zanoni, che non sono i controlli delle Capitanerie di Porto che mancano, ma una adeguata politica di tutela del mare e soprattutto i controlli delle Cooperative di Pesca che dovrebbero allontanare immediatamente i loro iscritti responsabili di reati verso la biodiversità, l'Unione Europea e i cittadini italiani. E come tali e rispettosi dell’ambiente – prosegue Ferri - non solo abbiamo già pagato il piano di riconversione sull’uso delle reti pelagiche derivanti a suo tempo, ma oggi siamo costretti di nuovo ad assumere oneri intollerabili per colpa di pescatori di frodo.»
L’Enpa plaude alla straordinaria operazione di intelligence della Capitaneria di Porto di Palermo che ha portato alla confisca di 21 mila metri di reti illegali. Ogni anno, le ferrettare uccidono, oltre a tonni e pescespada, anche migliaia di cetacei e tartarughe marine.
Sull’Italia pende la sentenza della Corte di Giustizia europea che nell’ottobre del 2009 ha emesso la condanna nei confronti del nostro Paese per il mancato esercizio dei controlli necessari ad evitare l’uso delle ”reti da posta derivanti" così come previsto dalle norme europee. In particolare, si legge in una nota della Corte, ”l’Italia non ha provveduto a controllare, ispezionare e sorvegliare l’esercizio della pesca” al fine di assicurare il rispetto di divieto di detenzione a bordo e impiego di reti derivanti. Inoltre, osservano ancora i giudici comunitari, l’Italia non ha provveduto ”in misura sufficiente a che fossero adottati adeguati provvedimenti nei confronti dei responsabili delle infrazioni” alla normativa europea.
«La sentenza chiarisce definitivamente che l’Italia è responsabile per aver permesso l’utilizzo indiscriminato di reti illegali che catturano oltre l’80% di specie accessorie e sono causa ogni anno della morte di migliaia di cetacei e tartarughe.», dichiara Ilaria Ferri, direttore scientifico dell’Enpa. «La straordinaria operazione di intelligence coordinata dal Comandante di Vascello Luigi Galioto della Cp di Palermo a cui siamo infinitamente grati – prosegue Ferri - ha portato al sequestro in porto di 21.000 metri di reti ferrettare prima che queste fossero utilizzate, il che dimostra due cose: che quando i controlli ci sono si colpiscono le irregolarità e che l’uso di reti illegali perdura purtroppo nel tempo.»
Richiediamo per questo ai Ministeri competenti uno sforzo immediato particolare per garantire controlli specifici dotando le Cp delle economie straordinarie per assicurare la confisca e la distruzione definitiva di ogni metro di rete illegale e il controllo quotidiano sullo sbarco del pescato.
«Purtroppo saranno di nuovo i cittadini, contribuenti italiani, a pagare per l’uso di reti bandite e per la cattura di pesci spada e di tonni con attrezzi retieri. Saremo chiamati a pagare una durissima multa per la condanna che a breve sarà evidentemente definitiva ma intendo chiarire nella mia prossima lettera in allegato al dossier sul caso che consegneremo al Commissario per la pesca, tramite il Parlamentare Europeo Andrea Zanoni, che non sono i controlli delle Capitanerie di Porto che mancano, ma una adeguata politica di tutela del mare e soprattutto i controlli delle Cooperative di Pesca che dovrebbero allontanare immediatamente i loro iscritti responsabili di reati verso la biodiversità, l'Unione Europea e i cittadini italiani. E come tali e rispettosi dell’ambiente – prosegue Ferri - non solo abbiamo già pagato il piano di riconversione sull’uso delle reti pelagiche derivanti a suo tempo, ma oggi siamo costretti di nuovo ad assumere oneri intollerabili per colpa di pescatori di frodo.»
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