martedì 6 agosto 2013
vivisezione
Sandrino Mya
La pratica della vivisezione procura in tutto il mondo una morte tra sofferenze atroci a un numero di animali che mentre vengono scritte queste righe si aggira intorno al mezzo milione al giorno.
Il teatro di questi esperimenti sono migliaia di laboratori clinici, universitari e industriali, che tutti indistintamente negano l'accesso ai mezzi d'informazione, tranne per un'occasionale
visita accuratamente inscenata per qualche giornalista ben addomesticato.
Perché "sofferenze atroci"?
Perché il passaggio dalla vita a una morte inflitta di proposito a un essere vivente non si svolge mai senza sofferenze atroci e, di solito, prolungate.
I vivisettori respingono le accuse di agire solo per lucro, per velleità di carriera o sadismo travestito da "curiosità scientifica", autoproclamandosi altruisti, facenti parte di quelle rare persone a cui sta a cuore unicamente il benessere dell'umanità.
Senonché, a prescindere dalla considerazione che l'umanità, quella vera, quella di Leonardo e Goethe, di Voltaire e Victor
Hugo e Schweitzer, ha sempre vibratamente proclamato di non voler affatto progredire sulle sofferenze degli animali, è ormai ampiamente dimostrato e la documentazione in materia è schiacciante che la vivisezione è una pratica non solo disumana e quindi disumanizzante, ma una continua fonte di errori, che hanno causato gravi danni alla scienza e all'uomo e sono destinati a causarne molti altri ancora, annullando largamente qualsiasi ipotetico vantaggio; e nel
migliore dei casi essa porta a risultati ampiamente scontati, dunque è inutile.
Difatti la storia della medicina dimostra chiaramente che tutte le conoscenze che abbiamo in medicina provengono dall'esperienza e dall'osservazione cliniche, e non dal campo sperimentale. Vedi il capitolo: Com'è Possibile. (Pag. 7)
libro: Imperatrice Nuda (1976) -
di Hans Ruesch.
Scaricatelo gratuitamente in pdf cliccando qui sotto:
http://www.hansruesch.net/articoli/Imperatrice%20Nuda%20(1976).pdf
Scaricabile anche da questo link: http://www.dmi.unipg.it/~mamone/sci-dem/nuocontri_1/ruesch_IN.pdf
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