Questi Diari parlano da soli, non c’è bisogno di commento.
Ma un’importante riflessione va fatta:
non è solo in HLS che succedono queste cose, perché i laboratori di vivisezione, in ogni parte del mondo, sono
gli stessi.
Si fanno gli stessi test, ci sono lo stesso tipo di persone che ci lavorano.
Non è verosimile che solo in HLS accada questo mentre in tutti gli altri laboratori del mondo, Italia compresa, i vivisettori siano persone ammodo che mai farebbero del male a un animale e che “ospitano” nelle condizioni più confortevoli animali di ogni specie, come loro vorrebbero farci credere.
Non sta in piedi, non è possibile.
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Gli esperimenti che si fanno sono gli stessi dappertutto,
e le regole, la prassi, il tipo di gabbie, sono sempre uguali, in ogni posto del mondo.
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"Michelle Rokke Diary"
See:http://www.shac.net/HLS/exposed/michelle_mokke_diary.pdf
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8/5/1997 Giovedì HLS
Yao stava effettuando le osservazioni sulle scimmie della PrXXX degli studi 97-3630 e 97-3631.
Si trovano tutte nella stanza 954. Al momento nove di loro
hanno già subito gli interventi.
Ne sono previsti degli altri, probabilmente per venerdì.
Mi ha chiesto se sapevo come le scimmie sono suddivise tra i due studi.
Ci sono due numeri di studio sulla cartella affissa sulla porta della stanza, e due registri delle osservazioni, ma nessuna delle gabbie occupate è contrassegnata in altro modo se non con il numero dell’animale scritto a pennarello nero.
Ha continuato dicendo che nessuno dei numeri degli animali coincide con quelli dell’elenco degli animali che si trova in un modulo del registro. [Tra l’altro il registro non contiene alcun elenco chiaro degli animali coinvolti nello studio, lui stava facendo riferimento a una lista contenuta in una frase scritta su un altro modulo, una registrazione relativa alla
somministrazione di un antibiotico o a una verifica del peso o qualcosa del genere.]
Mi ha indicato diverse scimmie che non erano comprese in nessuno dei due registri.
È andato a chiamare Irene, che ci ha fatto controllare la corrispondenza tra le piastrine nelle orecchie dei primati e i numeri scritti sulle gabbie.
Quando Irene è entrata nella stanza delle scimmie non indossava l’uniforme di sicurezza standard, non aveva la tuta di tyvek, non aveva la cuffia né gli stivali di plastica.
Come equipaggiamento di sicurezza aveva la maschera e
i guanti, punto e basta.
Aveva in mano una grossa bottiglia di vetro bruno e della garza e mi ha detto “non fare mai una cosa del genere.”
Le ho chiesto che cosa.
Mi ha risposto “Non portare mai, mai dell’acetone in una stanza con delle scimmie.
Non va mai fatto, mai.
La regola è di usarlo solo nei corridoi.”
La prima volta che ho aiutato a cambiare le gabbie a dei primati mi venne detta la stessa cosa.
Kevin ha detto a Rachel che stava usando l’acetone in una stanza e che quel liquido non doveva trovarsi lì.
Rachel gli ha risposto con una battuta supponente e ha continuato a usarlo nella stanza dicendogli che andava tutto bene e non sarebbe successo nulla.
Quel giorno aveva trovato l’acetone che viene
tenuto in una bottiglia di plastica con l’ugello spremibile.
Il primo primate che ho controllato aveva una piastrina sbagliata.
Nel video hi-8 inquadro il numero appena cancellato sulla sinistra del 7101F segnato col pennarello nero e faccio vedere che si tratta proprio del numero 7101F.
Irene ha detto subito che a mettere la scimmia nella gabbia era stato Al.
Le altre piastrine corrispondevano ai numeri sulle gabbie ma continuava a mancare un numero di identificazione
dell’esperimento che permettesse di distinguere un esperimento dall’altro.
Di mia iniziativa ho usato l’evidenziatore per scrivere il numero dell’esperimento su ciascun gruppo di gabbie.
Ho chiesto a Yao se aveva annotato nel registro delle osservazioni che il numero 6602F se ne stava rannicchiato e se aveva scritto che nelle gabbie di 7102F e 7107F c’era
dell’essudato rosso.
Ha detto “va tutto bene, è nei limiti della norma”; gli ho
indicato l’essudato rosso e gli ho detto “c’è del sangue nelle gabbie; non pensi che dovresti registrarlo?”
Mi ha risposto “va tutto bene, non c’è problema!”.
Sono andata nello studio di Terry e le ho chiesto se dovevo compilare una richiesta scritta per chiederle di dare un’occhiata alle scimmie della chirurgia per vedere se aveva bisogno di un analgesico.
Mi ha porto un pezzo di carta per appunti preso dalla scrivania e mi ha detto di scriverle il numero della stanza
e i numeri degli animali e che gli avrebbe dato un’occhiata.
Ho scritto “stanza 954 6602 rannicchiata e 6659 lievemente rattrappita”.
Irene ha visto che Terry entrava nella stanza delle scimmie e ha chiesto che cosa stava succedendo.
Le ho detto che avevo chiesto a Terry di dargli un’occhiata; pensavo che almeno una di loro stesse soffrendo e se ne stesse ancora rannicchiata – come ieri.
Terry non è riuscita a far girare il numero 6602 in modo da poter osservare la sua ferita; continuava a muovere il doppio fondo della gabbia sperando di gettare un’occhiata al sito dell’incisione; continuava a dire “questa scimmia è così emaciata che sembra uscita da un campo di concentramento. E' talmente scheletrica!”.
Ha guardato la frutta intatta nelle gabbie e ha chiesto se stavano mangiando; le ho detto che sia ieri che oggi non avevano mangiato praticamente nulla;
le ho detto che solo il numero 7028 ha toccato le arance che gli avevo messo nella gabbia.
Terry ha guardato i mandarini ancora interi nelle gabbie e ha detto “Mandarini!! Accidenti!!
Sì, certo, se non mangiano quelli di sicuro non si sentono bene.”
Alla fine si è arresa e ha guardato uno dei siti di incisione visibili su un’altra scimmia; ha fatto commenti su una scimmia veramente grassa che si trovava in una gabbia vicina, e poi ha chiesto a Irene “non gli hanno dato nessun analgesico dopo l’intervento, vero?”.
Irene ha scosso il capo; io ho lanciato un’occhiataccia a Irene e ho detto “no, non hanno avuto niente” (questa
conversazione è registrata su una microcassetta; controllare le parole esatte).
Terry ha chiesto come mai, e ha detto “sapete, si tratta di un intervento di chirurgia addominale, è davvero dolorosissimo” Irene le ha detto “Quel giorno avevo avuto una giornata pesante e quando ci stavamo preparando ad andar via
ho detto agli altri ‘Non gli dovremmo dare un analgesico?
Penso sia previsto dal protocollo.”
Terry l’ha interrotta dicendo “è nel protocollo?”
Poi si è rivolta subito a me “fai un’iniezione di analgesico a tutte”.
Le ho chiesto se dovevo riempire un modulo ufficiale di richiesta di intervento veterinario; non mi ha risposto e
ha continuato a chiedere a Irene come mai non avessero ricevuto un’iniezione di analgesico il giorno dell’operazione;
Irene ha risposto che era tardi quando erano
usciti e io ho detto con tono sarcastico “Perché erano le nove di sera...”.Irene ha lanciato un’occhiataccia a tutte e due e ha detto “No, era più tardi, ho chiesto agli altri e mi hanno detto di no.”
Irene è un tecnico di livello elevato che esegue compiti di tutti i generi, dai test per la tubercolosi, ai tatuaggi, alla somministrazione delle dosi, a interventi chirurgici invasivi, alla cura degli animali, all’esecuzione degli esperimenti, alla documentazione degli esperimenti e a compiti amministrativi, alla partecipazione a riunioni con i direttori della ricerca per progettare gli esperimenti, ai prelievi di sangue, e chi più ne ha più ne metta.
Sono quasi sei anni che lavora alla HLS e agli occhi dell’azienda è più che qualificata per praticare una semplice iniezione intramuscolo.
È evidentemente in grado di leggere i protocolli e sa anche quanto sia importante seguirli scrupolosamente.
Ho detto a Terry che la scimmia se ne era stata rannicchiata anche durante tutta la giornata di ieri, e che loro [Irene, Al e Brian] lo sapevano e ne avevano parlato ma nessuno aveva fatto niente; le ho indicato due dei primati nelle cui
gabbie c’è del sangue e le ho detto “Nelle gabbie di quelle due c’è del sangue; ce n’era anche ieri” Terry non ha reagito in alcun modo.
Terry ha chiesto a Irene se il motivo per cui non erano state fatte le iniezioni era che mancava la roba [il farmaco]. Irene le ha detto “ce l’abbiamo, è solo che avevamo avuto una giornata talmente pesante...”
Irene si è lamentata dicendo che siamo stati troppo occupati con troppe cose da fare e che avevano
ricevuto il protocollo solo la sera prima [o forse la mattina stessa – controllare la registrazione].
Terry ha detto “lo so, l’ho firmato solo alle cinque il pomeriggio prima, per cui so che non l’avete ricevuto...”.
Mi sono intromessa per dire che Brian mi aveva detto di non aver neppure letto il protocollo prima degli interventi.
Terry ha chiesto che cosa avevamo [come analgesico] e Irene le ha detto “Quella roba lì, il Flugemine”.
Siamo andati tutti in medicheria per guardare il farmaco; ci sono tre bottiglie di Flumeglumina nell’armadietto; Terry rifletteva ad alta voce sul dosaggio dicendo “peseranno un tre chili, no?”
e Irene ha detto “No, c’è quella scheletrica e l’altra che è molto più grossa...”
Terry ha fatto dei calcoli ad alta voce e ha calcolato le dosi sullo stesso foglietto su cui avevo scritto i numeri degli animali, e poi mi ha detto di dare a tutti 0.16 di analgesico.
Irene temeva che per alcune la dose non sarebbe stata
quella giusta; Terry ha detto “quando si tratta di qualcosa come gli analgesici è meglio somministrarne in eccesso; è un quantitativo così minuscolo e gran parte si perde nell’ago e nella parte della siringa dove si attacca l’ago, per
cui è meglio darne un po’ di più per compensare la quantità che si perde.” (Io ho sempre creduto che le tacche sulle siringhe fossero accurate e che quando si aspira il medicinale nella siringa dalla bottiglia tenendo l’ago innestato, la quantità presente nell’ago e nella parte della siringa a cui l’ago è attaccato non entra nel computo: infatti dopo che l’iniezione è stata praticata l’ago e la parte
della siringa a cui è attaccato sono ancora pieni ma se lo stantuffo è stato spinto fino in fondo è stata somministrata la dose corretta, visto che la misurazione iniziale era esatta.
In altre parole, la quantità di sostanza che rimane nell’ago e
nella parte della siringa a cui è attaccato è indifferente se la misurazione della sostanza viene effettuata con l’ago attaccato; se invece il medicinale viene aspirato nella siringa senza ago, quando poi viene attaccato l’ago parte della
dose si perde perché va a riempire l’ago.
Ho sentito Terry raccontare questa storia a Rodney e a Brian anche altre volte: dopo lo studio pilota sulle scimmie
della PrXXX ha detto la stessa cosa: “Quando le dosi sono così piccole è meglio somministrare una quantità maggiore perché una parte si perde nell’ago e nella parte inferiore della siringa”.)
Mentre eravamo lì Terry ha detto che avrebbe chiesto al direttore dell’esperimento se va bene somministrare dell’analgesico.
Alcune delle scimmie che pesavano meno di tre chili hanno ricevuto la stessa dose di quella più grande che probabilmente ne pesava quasi quattro e mezzo o cinque.
Le scimmie più grandi probabilmente non hanno avvertito l’effetto dell’analgesico perché i calcoli erano stati fatti in riferimento a una scimmia del peso di tre chilogrammi.
Le dosi della profilassi antibiotica postoperatoria sono calcolate nello stesso modo: il peso corporeo degli animali viene determinato facendo la media di tutti i pesi corporei: nell’esperimento 3631 il peso corporeo medio dei tre maschi era di 4,4 chili; quando hanno ricevuto la prima iniezione di antibiotico la dose era calcolata sulla base di un peso corporeo medio di 3,9 chili, ottenuto facendo la media dei pesi delle tre femmine e dei tre maschi; le due dosi differivano di 11ml.
Ho chiesto a Terry tre volte se dovevo compilare un modulo di richiesta di intervento veterinario prima che lei mi dicesse di sì; per l’esperimento 3631 ho dovuto stampare dei nuovi moduli perché nel registro non ce n’erano.
Quando sono entrata nel suo studio per farle firmare la richiesta Terry mi ha chiesto se tutte le scimmie hanno ricevuto le iniezioni; le ho detto che le ho preparate ma
che volevo che prima mi firmasse le richieste perché aveva parlato di chiedere conferma al direttore dell’esperimento.
Mi ha detto “Buona idea” e prima di firmare le richieste mi ha chiesto se secondo me la descrizione che avevo
scritto, con l’aspetto rannicchiato, si applicava a tutte le scimmie della stanza.
Le ho detto che pensavo di sì, che solo una delle femmine aveva mangiato e che secondo me si trattava di una descrizione accurata anche se qualcun altro
avrebbe potuto non essere d’accordo.
Le ho detto che a preoccuparmi erano soprattutto le prime due di cui le avevo parlato, e che pensavo che dovessero essere elencate tutte visto che aveva autorizzato un trattamento analgesico per tutte, e ho ripetuto che delle nove una sola aveva mangiato qualcosa.
Lei ha detto qualcosa sul fatto che ieri nessuno
lo aveva notato e le ho detto che ieri lo avevano notato, che una femmina in particolare se ne stava rannicchiata ma nessuno aveva fatto niente.
Ha firmato le richieste di intervento veterinario e quando leggendo la descrizione è arrivata al mio commento “probabilmente perché non erano stati somministrati
analgesici” ha ridacchiato.
Mi ha chiesto delle mie dimissioni dalla HLS, se ne ero contenta o triste o che cosa.
Le ho detto che ero contenta di non dover più lavorare così tanto, di avere più tempo libero; le ho detto che ora, dopo quello che è successo dovrei essere ancora più contenta perché da ora in poi nessuno dei tecnici mi rivolgerà più la parola; mi ha chiesto perché e le ho risposto che il motivo è che ho richiesto un intervento veterinario per le scimmie.
Ho detto a Gene che avevo chiesto a Terry di dare un’occhiata ai primati PrXXX perché se ne stavano rannicchiati e non mangiavano; gli ho detto che dopo l’intervento che avevano subito martedì non gli erano stati somministrati
analgesici e lui mi ha risposto che lo sapeva.
Quando ho rivisto Brian per la prima volta dopo aver parlato con Terry ero da sola nell’ala chirurgia; Brian è entrato nella stanza e ha cominciato a cantare “ragazza, sei una stronza e l’hai fatta grossa ma sai che comunque non conta
niente”.
Terry è entrata nella stanza dei tecnici circa un’ora dopo che avevo somministrato ai primati le loro iniezioni di analgesico; ha chiesto a Brian e a me come mai la notizia delle scimmie si fosse già diffusa di sopra; le ho detto che ne avevo parlato soltanto con lei e con Gene.
Terry ha risposto di aver ricevuto due telefonate dalla direzione nel corso dell’ultima ora e che si chiedeva come
lo fossero venuti a sapere.
Le ho ripetuto che io l’avevo detto solo a Gene.
Ha fatto una smorfia di esasperazione e ha detto che allora dovevano averlo saputo da lui.
Mentre stavamo parlando di questo è entrato Gene ma non ha detto niente.
Dopo che è uscito Brian e Terry hanno parlato di come tutti abbiano troppo da fare; Brian le ha detto che il protocollo non gli è arrivato che un attimo prima di entrare in sala operatoria; Terry gli ha risposto che lo sapeva perché
l’aveva firmato alle cinque del pomeriggio il giorni prima.
Brian le ha detto che non sapeva neppure che gli interventi dovessero essere eseguiti; Terry si è lamentata del fatto che vengono sempre fatti tanti errori perché la ditta non è
disposta a pagare abbastanza per assumere tecnici decenti e per questo si deve accontentare di dipendenti di scarto che non sanno neanche parlare inglese.
Mentre diceva questo Yao era seduto accanto a me. Ha detto anche che siccome la ditta non paga abbastanza, la gente continua ad andarsene e trova lavoro in posti che pagano meglio; lei e Brian hanno continuato a parlare del fatto che i dipendenti non hanno una formazione adeguata per eseguire interventi chirurgici, e del fatto che la formazione [interventi chirurgici di esercitazione
eseguiti su animali vivi] di Masha e di Jennifer era stata sprecata dal momento che per tutto l’inverno non avevano fatto altro che starsene sedute a una scrivania perché non c’erano esperimenti da fare, e ora che ci sarebbe stato bisogno di loro dov’erano?
Terry ha ripetuto che la ditta non fa che assumere gente
che non ha esperienza e non ha la minima idea di cosa fare e non sa neanche l’inglese.
Ha detto che probabilmente si guadagna di più lavorando da Burger King, o da McDonalds che alla Huntingdon; ha detto che la ditta deve offrire salari più alti in modo da attirare e tenersi persone di qualità. (Questo è in contrasto
con l’affermazione di Dean R. sul fatto che la durata media del periodo di permanenza di un tecnico qui dovrebbe essere di tre anni dopo di che dovrebbe andare da qualche altra parte; ha detto che questo dovrebbe essere considerato
un posto dove fare esperienza e che nessuno dovrebbe rimanerci più di un paio d’anni.
Irene in particolare è stata profondamente offesa dall’osservazione di Dean ma è anche convinta che senza un diploma universitario la sua esperienza non vale nulla. [NdT: come abbiamo visto sopra Irene è un tecnico di livello
elevato le cui mansioni includono interventi chirurgici invasivi, l’esecuzione e la documentazione degli esperimenti e la partecipazione a riunioni con i direttori della ricerca per progettare gli esperimenti.
Compiti del genere dovrebbero essere distribuiti tra più specialisti con diverse lauree (medicina veterinaria
per l’esecuzione degli esperimenti e degli interventi chirurgici, farmacologia o biologia per la loro documentazione, statistica per la loro progettazione); che invece vengano eseguiti tutti insieme da una persona che non possiede neppure un titolo di studio universitario è semplicemente inconcepibile.]
Ho visto Nick, Kevin, Walter e Stephanie che tenevano fermo un cagnolino su un carrello; la testa del cagnolino era girata verso il muro e i tecnici erano tutti attorno al suo posteriore.
Mi è capitato di leggere un abbozzo di protocollo
di uno studio vaginale di prossima esecuzione e ho temuto il peggio quando mi sono fermata a guardare che cosa stavano facendo.
Kevin stava usando un butterfly per prendere dei campioni di sangue dalla zampa posteriore del cucciolo; non riusciva a prelevare abbastanza sangue. Walter e Stephanie mi hanno detto che questa modalità di prelievo è espressamente specificata dal protocollo.
Il committente afferma che un suo tecnico
riesce a prelevare il sangue dalla gamba posteriore servendosi di un butterfly e riesce a farlo da solo senza tirare fuori il cane dalla gabbia.
Quando Kevin ha provato due volte a prendere del sangue e non è riuscito ad ottenerne abbastanza, Stephanie e Walter gli hanno detto di rinunciare e lui ha risposto con una
voce alterata “Non rinuncerò mai...” e ha preso un altro tubo per il butterfly.
Stephanie mi ha detto che l’esperimento è suo e che le servono analisi del sangue a vari intervalli e che stanno usando i butterfly per evitare che le vene collassino prima della fine dei prelievi.
A più riprese il cane ha cominciato ad agitarsi e ha cercato di divincolarsi; ho dovuto avvicinarmi e aiutare a tenergli ferma la testa e distrarlo grattandogli le orecchie.
Nick avrebbe facilmente potuto allungare una mano per aiutare a calmare il cane ma era completamente insensibile allo stress e alla paura del cucciolo; è rimasto immobile, a fissare Kevin che infilava l’ago e lo muoveva in giro.
A un certo punto, quando i due continuavano a muoversi disordinatamente punzecchiando la gamba del cane e chiedendosi che cos’altro provare, Stephanie ha afferrato bruscamente la testa del cane e gli ha detto “Lo so: sono
degli incapaci.”
Il cucciolo ne è stato così spaventato che si è ritratto con violenza da lei e mi ha fissato con gli occhi spalancati.
L’unica cosa che riuscivo a pensare era “sono sollevata che non stiano somministrando una dose intravaginale a questo povero fragile cucciolo”.
Il fatto che questi poveri animali vengano tenuti
fermi e debbano subire qualunque orrore sia previsto dal protocollo è già di per sé abbastanza terribile, ma dover vedere un gruppo di incompetenti riuniti a far
mostra di sé su una vittima completamente inerme è intollerabile.
Sono andata a parlare a Gene del cane di cui gli avevo chiesto notizie; gli ho detto che secondo il bollettino dell’USDA l’agenzia stava incoraggiando adozioni dai laboratori.
Mi ha risposto che non ne sapeva niente e che si era
limitato a riferirmi quello che gli aveva detto Terry. Ha detto “non saprei come informarmi”; gli ho detto che forse poteva telefonare a qualcuno.
Mi ha detto che avrebbe visto e mi avrebbe fatto sapere.
Mi ha detto che avrebbe potuto metterci una, due o tre settimane ma che se poteva fare qualcosa lo avrebbe
fatto.
Brian, Lisa, Yao, Irene e io stavamo preparando e pesando il materiale per le dosi da somministrare per endovena.
Al non si era fatto vedere per quasi tutto il giorno e altri impiegati avevano fatto commenti sul fatto che aveva dei problemi personali; diverse persone avevano detto che non si sapeva come sarebbero stati distribuiti i turni nei prossimi giorni perché dipendeva da come si sarebbe messa la sua situazione.
Quando l’ho visto aveva l’aria di non aver dormito per
molto molto tempo.
C’era un ispettore; Dian è arrivata per controllare come andavano le cose; è arrivato anche Al, Dian gli ha dato un’occhiata e ha detto a Brian “non lasciargli somministrare dosi, va bene?” e ha riso.
Al ha chiesto perché e Dian ha risposto “hai l’aria di uno che non è del tutto in sé”;
Al non ha reagito e ha borbottato qualcosa sul fatto che in realtà stava bene.
Mentre stavamo preparando le dosi endovena Brian mi ha rimproverata perché toglievo il nastro adesivo dal deflussore dicendo che era più facile portarle nella stanza con il deflussore arrotolato; Lisa ha detto “è difficile togliere l’aria
quando è arrotolato”.
Brian pesava le dosi con due pezzi di nastro ancora
attaccati; quando ha finito e stava firmando i moduli Lisa e Irene di nascosto hanno pesato il nastro: pesava 0,4 grammi.
Poi Irene ha cominciato a contrassegnare con dell’altro nastro i vari gruppi di dosaggio e io ho detto a voce abbastanza alta perché tutti, soprattutto l’ispettore, potessero sentirmi “Ah, è una buona idea, aiuterà a compensare
la differenza di peso quando pesiamo i contenitori dopo la somministrazione delle dosi, quando l’altro nastro sarà stato tolto.”
Irene, Brian e Lisa mi hanno lanciato un’occhiataccia e hanno fatto segno nella direzione dell’ispettore, che
era seduto lì accanto.
Irene ha visto l’ispettore entrare nella stanza per assistere alla somministrazione e ha detto “Accidenti; non abbiamo mai messo la targhetta giusta all’orecchio di quel cane e adesso c’è un’ispezione”; io le ho risposto “Probabilmente non se ne accorgerà, come potrebbe?
Non li ho mai visti controllare le targhette, si limitano a verificare che lo facciamo noi.”
Mi ha risposto “Lo so ma mi preoccupa il fatto che Brian possa parlarne perché lo ha irritato che abbiamo trascurato di farlo.” Brian, Lisa, Gene, Yao, Yimmer e io abbiamo
staccato i cani della stanza 3627 dalle pompe da infusione; Gene e Yimmer hanno tolto le imbragature e i cateteri delle agocannule e hanno tagliato e legato i cateteri; Lisa, Yao e io abbiamo fatto gli elettrocardiogrammi e Brian
ha pesato le dosi per la somministrazione endovenosa e ha fatto i prelievi del sangue quando c’era tempo.
Dopo gli elettrocardiogrammi ha finito i prelievi mentre io tenevo fermi i cani; Gene ha avuto difficoltà a far rientrare i cateteri annodati sotto la pelle dei cani; due volte quando è entrato a prendere un cane per l’elettrocardiogramma
ha fatto notare che il catetere annodato usciva dalla ferita parzialmente rimarginata.
Anche se i tubi erano stati tagliati corti in modo che fosse possibile farli rientrare sotto la pelle del cane, nella maggior parte dei cani il catetere annodato sporgeva dalla pelle; una volta, quando ne ho sollevato uno, ha urlato di
dolore: penso che il tubo abbia lacerato la crosta della ferita quando la pelle si è tesa.
Spero che il dolore sia stato causato dal passaggio del nodo attraverso la crosta e non dal catetere che si staccava dai muscoli della gamba a cui era stato cucito.
Una dei cani del gruppo quattro era coperto di croste di pus giallo; dal sito da cui usciva il tubo del catetere veniva fuori pus e la crosta sul fianco andava dalla scapola all’addome, dalla parte inferiore del collo fino alla base delle costole.
L’ho mostrata a Lisa che mi ha detto “Adesso non è niente; dovevi vedere prima: l’abbiamo vista tutti i giorni e adesso ha un aspetto molto migliore”.
Non ho mai visto una richiesta di intervento veterinario per nessuno dei cani a cui i siti dell’intervento si è infettato.
Quando stavo togliendo i morsetti dell’elettrocardiogramma a uno dei cani premendo sull’estremità del morsetto in
maniera tale che i denti del morsetto si aprissero e lasciassero libera la pelle, Brian è arrivato e ha cominciato a strapparli semplicemente di dosso al cucciolo senza aprirli; mi ha detto “Non c’è bisogno che li apri; strappali e basta.
A loro piace così.” [NdT: l’ultima frase rischia di essere incomprensibile se non si ha familiarità con la retorica maschilista americana, dove è un luogo comune giustificare qualunque tipo di trattamento brusco o violento inflitto alle
donne, incluso lo stupro, con l’espressione “a loro piace così”.]
Terry è passata per parlare con Yimmer del suo esperimento sui maiali – quelli che hanno subito l’intervento sull’ernia; ha detto che il numero 14M non stava affatto bene: ha imitato il modo di respirare del maiale – sembrava un attacco d’asma.
Ha detto che secondo lei non avrebbe passato la notte.
Ha estratto dalle tasche diverse bottiglie di medicinali dicendo “gli ho dato questo,
e questo, e questo... E adesso Melissa è in medicheria a cercare un broncodilatatore”.
Ha detto a tutti noi – Brian, Lisa, Yao e me – che il motivo per cui il maiale stava avendo problemi così seri era che era stato intubato male prima dell’intervento.
Ha detto “i maiali sono molto difficili da intubare: con i cani
e le scimmie si può continuare a spingere giù finché alla fine non si trova la trachea, ma con i maiali la si deve imbroccare giusta al primo colpo perché hanno delle trachee talmente sensibili e [ha aggiunto un altro motivo anatomico per cui è necessario fare le cose per bene]”.
Ha detto che chiunque lo abbia intubato ha fatto diversi tentativi che hanno causato un edema gravissimo nella
trachea.
Qualcuno le ha chiesto come mai fosse successo, perché i tecnici che l’avevano intubato si fossero dimostrati così incompetenti, e lei ha detto “Lo so; ho cercato di mettere in programma una sessione di pratica un mese fa, ma
è stata cancellata e non più riprogrammata”.
Quando se ne è andata Brian ha detto “è stato Rodney; quel maiale l’ha intubato Rodney; è colpa sua.”
I cani che stanno ricevendo una dose alta sono molto più silenziosi di quelli tenuti a una dose bassa; sembravano più magri e più inerti.
Irene mi ha detto che questa mattina ha annotato nel registro delle osservazioni che il loro livello di attività è sceso.
Ho notato che uno del gruppo due e due del gruppo quattro
se ne stavano sdraiati immobili nella gabbia quando sono entrata.
Il committente è entrato per controllare le condizioni dei cani mentre facevamo gli elettrocardiogrammi e li stavamo staccando dalle pompe.
È venuto insieme a Dian verso le cinque ed è rimasto nella stanza solo per qualche minuto.
Il cane numero 4266 aveva difficoltà a respirare quando l’ho sollevato per portarlo al tavolo degli elettrocardiogrammi; se ne era stato sdraiato immobile nella gabbia tutto il pomeriggio, senza alzarsi neppure quando qualcuno entrava nella stanza.
Quando mi sono fermata a guardarlo si è limitato a muovere debolmente la punta della coda; quando l’ho preso in braccio ho visto che i lati del suo torace si muovevano.
L’ho portato al tavolo degli elettrocardiogrammi e ho detto a
Lisa e a Yao “Questo qui non ha un buon aspetto; penso che se ne andrà”; nessuno dei due ha reagito: gli hanno messo i morsetti come a tutti gli altri.
A metà circa dell’elettrocardiogramma Lisa ha detto “accidenti, ha davvero difficoltà a respirare”; le ho fatto notare che gliel’avevo detto diversi minuti prima.
Mentre lo tenevo in braccio in attesa che le procedure avessero inizio mi ha premuto il naso contro il collo e ha emesso un lamento straziante – un suono che stava tra il sospiro e il gemito.
Era così lieve che sono sicura che nessun altro lo avrebbe notato: nessuno degli altri permette ai cani di avvicinare la
faccia alla loro.
Ho tenuto fermo il cane in modo che Brian potesse prelevargli il sangue; mentre ho dovuto tenergli sollevata la testa in maniera da esporre la giugulare ho sentito che lo stavo uccidendo: come se gli togliessi quel poco di aria che gli
stava arrivando.
Brian ha detto che il sangue era molto scuro e ha tenuto sollevata una provetta in modo che vedessimo; ha detto “Questo cane ha qualcosa che non va, guardate, è quasi nero”.
Gli ho chiesto se usciva anche lentamente
e mi ha risposto di sì, che per prelevare la quantità necessaria ci aveva messo un sacco di tempo.
Ho rimesso il cane nella sua gabbia.
Pochi minuti dopo Lisa ha chiesto a Brian se doveva compilare una richiesta di intervento veterinario per quel cane; Brian si è stretto nelle spalle e ha detto che non importava, che si sarebbe rimesso.
Alla fine Lisa è andata nello studio di Terry e le ha chiesto di dare un’occhiata al cane; quando sono tornate tutte
e due insieme Terry ha visitato il cane e dopo averlo auscultato ha detto che aveva “del liquido nei polmoni” e che “non stava affatto bene”.
Ha chiesto a Gene, Lisa, Brian, Yao e me quando era cominciato; Lisa le ha detto a metà
dell’elettrocardiogramma e io le ho detto che era già in quello stato quando l’avevo tolto dalla gabbia.
Gene ha detto che a proposito di quel cane e di altri
due era stato registrata una diminuzione di attività già quella mattina.
Terry ha detto “Beh, posso curarlo, o posso ucciderlo, o posso non fare nulla” prima ancora che finisse Gene ha detto “non penso che il committente vorrebbe nessuna
di queste due cose” [che il cane venisse curato o che venisse soppresso];
Terry ha continuato dicendo che Melissa era in medicheria a prendere un broncodilatatore (amofilina?) per quel maiale e che quando tornava potevamo darne un po’ anche al cane.
Dopo che Terry è andata via Lisa ha chiesto se doveva compilare una richiesta di intervento veterinario; Brian ha detto che non era necessario; lei ha insistito dicendo “Beh, se lo faccio almeno domani sapranno che è già stato visitato”.
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10/5/1997 Sabato HLS
Eleanor era il supervisore di turno durante il fine settimana.
Quando sono entrata le ho chiesto se sapeva se il cane del 3627 era morto; ha detto che non ne sapeva niente e ha chiesto se c’erano stati problemi.
Le ho descritto la situazione e lei ha ripetuto che non ne sapeva nulla.
Qualcuno ha riferito a Yimmer un messaggio: doveva chiamare Terry entro un’ora: doveva andare a controllare il
maiale e se non stava meglio chiamarla.
Ho visto Eleanor che puliva con un getto d’acqua la stanza 910 dell’esperimento 3323; sono passata due volte e ogni volta ho visto che spruzzava l’acqua davanti alle gabbie e che tutti i cani erano nelle gabbie; quando è uscita le ho
chiesto “Eleanor, come fai con quei grossi cani, a metterli fuori dalle gabbie e a rimetterli dentro?
Io sono alta, e mi riesce difficile sollevarli per metterli
fuori e dentro, e tu sei tanto più piccola di me.
Come riesci a farlo?”
Lei mi ha guardata e mi ha detto “Non li metto fuori, ecco come ci riesco”.
Io ho risposto “Mi stavo appunto chiedendo come avevi fatto a entrare e uscire da quella stanza così rapidamente”.
Rachel, che stava passando, ha riso e ha detto con
aria maliziosa “Sì, dille come fai a entrare e uscire così rapidamente”; Eleanor l’ha seguita dicendo “Gliel’ho detto.
Le ho detto che non li tolgo dalle gabbie quando pulisco; sai che tragedia”.
Ho parlato con Lisa di come vengono fatte le cose alla HLS; le ho detto “è come se nessuno mi avesse messa a parte del segreto.
Nessuno mi ha mai detto qual è il punto: ho l’impressione che ogni volta che dico qualcosa sugli animali o cerco di correggere un errore mi dicano di ‘non preoccuparmi o che ‘non è un problema”.
Lisa è stata solidale e mi ha detto che [lei è] “sempre quella che durante le riunioni dice “che roba è quella che gli dobbiamo dare?”.
E che effetto gli farà, cosa si suppone che gli faccia?”. E ha concluso con sarcasmo “vogliono un sacco di bene anche a me”; mi ha parlato di nuovo del problema con il 3318.
Le ho chiesto quale fosse il punto e ho detto “tutto questo è per la sicurezza degli esseri umani, no?
Ma se non registriamo le osservazioni e non effettuiamo gli esperimenti con cura, che senso ha?
Solo per fare in modo che il medicinale prodotto dal committente faccia bella figura?”.
Ha detto “è per far piacere all’FDA e alle agenzie che autorizzano la messa in commercio delle sostanze chimiche; a nessuno importa realmente se le informazioni sono
affidabili o no”.
Io ho ripetuto “ma è per la sicurezza degli esseri umani, no?”
e lei ha risposto “Sì, ma un cane non è esattamente un essere umano, sai?
E se una sostanza causa problemi a un cane non è detto che causi lo stesso problema a un essere umano; a un essere umano che prende quella medicina potrebbe capitare qualcosa che non è stato osservato nell’animale”.
Ha detto “I dati che raccogliamo non possono necessariamente essere trasposti in qualcosa che sia utilizzabile per gli esseri umani”; le ho detto di nuovo che allora non capivo per quale motivo dovessimo fare gli esperimenti; ha risposto “è la prassi: è il modo in cui le ditte riescono a far approvare i loro prodotti.”
Ho filmato un po’ il maiale 14M, quello che Terry sta curando; sembrava abbastanza attivo e non aveva troppi problemi respiratori.
Uno dei primati della colonia di riserva è scappata, la stessa che si è incastrata con la testa a dicembre. Ho provato a rimetterla in gabbia ma non ci sono riuscita.
Ho notato che stava infilando il braccio in alcune gabbie e litigava con uno dei primati vicini; ha passato parecchio tempo vicino alla gabbia di un altra scimmia come se fossero amiche e gli piacesse passare il tempo insieme.
La mattina, quando sono andata a dare un’occhiata, era acciambellata, addormentata sul tetto della gabbia della sua amica.
Sono entrata due volte a cambiare il ghiaccio usato per refrigerare le orine in un esperimento sui ratti; me l’ha chiesto Rick spiegandomi che le analisi vanno condotte sulle orine raccolte in sedici ore.
Una volta entrando ho visto che uno dei ratti era uscito dalla gabbia e stava camminando su un raccoglitore
delle provette.
Non sapevo da quale gabbia provenisse né se in qualcuna delle gabbie vuote ci fosse del cibo con materiale sperimentale per cui non ho provato ad acchiapparlo.
Due dei tubi delle endovene avevano dentro dell’aria, il
numero tre e il numero sei.
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Tratto da: I Diari di Michelle Rokke
Vedi qui:
http://www.agireoraedizioni.org/materiali/rokke_diario.pdf
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HLS:
la verità dietro il cosiddetto “campo di concentramento”
degli animali in Gran Bretagna.
Vedi qui: http://www.hansruesch.net/articoli/HLS.htm
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Questo è un video girato dentro H.L.S.
Vedi qui:
http://www.youtube.com/watch?v=YEJ0ZgFrtXE
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Informazioni Scientifiche
Vedi qui:
<<www.hansruesch.net>>
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The campaign Stop Huntingdon Animal Cruelty (SHAC) was set up at the end of 1999 by a group of activists who had successfully closed down lab animal breeders, Consort kennels and Hillgrove cat farm.
Both of these campaigns ended with the businesses closing down and hundreds of animals being safely rehomed instead of tortured in laboratories.
In 1996 SHAC started a campaign against Consort kennels near Hereford. Over eight hundred beagles were kept at the kennels waiting to be sold to labs like Huntingdon Life Sciences (HLS).
http://www.shac.net/SHAC/shac_intro.html
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"Michelle Rokke Diary"
See:http://www.shac.net/HLS/exposed/michelle_mokke_diary.pdf
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Scientific Information:
http://www.hansruesch.net/indexe.html
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Vedi anche l'album in preparazione, I Diari di Michelle Rokke.
https://www.facebook.com/media/set/?set=a.381100875328792.1073741846.333444633427750&type=3
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Crimini Nascosti Documentario sulla Vivisezione.
Hidden Crimes (Documentary on Vivisection)
Vedi qui: (See Here):
https://www.facebook.com/photo.php?fbid=262878080518855&set=a.262876663852330.1073741830.262679123872084&type=3&src=https%3A%2F%2Ffbcdn-sphotos-e-a.akamaihd.net%2Fhphotos-ak-frc3%2F968866_262878080518855_278153483_n.jpg&size=600%2C450
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La vivisezione non è altro che una lucrosissima truffa, finalizzata a una continua raccolta d'ingenti fondi per una presunta “ricerca medica” da molti medici considerata non solo inutile ma fuorviante.
Tanto è vero che le malattie tuttora nominate come le principali cause di morte — cancro, diabete, mali cardio-circolatori — non sono sparite, ma sono aumentate da quando è stata introdotta la vivisezione come unico mezzo di “ricerca medica”.
Queste idee, esposte in Imperatrice nuda, il primo libro che Hans Ruesch ha scritto fin dall'inizio direttamente in italiano, suscitando scandalo in Italia al suo apparire nel gennaio 1976, segnò anche la fine della carriera letteraria di questo autore fuori dagli schemi.
Allora ebbe inizio il suo pellegrinaggio da un tribunale all'altro in vari paesi, trascinatovi non apertamente dall'industria farmaceutica come taluni logicamente assumono, ma al contrario da finti alleati.
È questo il soggetto del suo successivo libro, intitolato I falsari della Giustizia, che egli spera ancora di poter terminare.
Ma intanto la Prentice Hall, la primaria casa americana di opere didattiche, ha pubblicato nel 2003 una nuova antologia di quasi 800 pagine, destinata all'insegnamento universitario e intitolata Dal passato al presente: idee che hanno cambiato il nostro mondo.
Tra i 73 autori di cui sono citati ampi stralci figura anche Hans Ruesch.
Per quale opera? Per quella che finora era stata la più soppressa in tutti i 9 paesi in cui Nuda.»
Il testo precedente era stato visto e approvato da Ruesch stesso.
Ruesch è scomparso a 94 anni il 27 agosto 2007, nella sua casa di Massagno, vicino a Lugano.
Info: http://www.hansruesch.net/
- English: http://hansruesch.net/indexe.html
Tanto è vero che le malattie tuttora nominate come le principali cause di morte — cancro, diabete, mali cardio-circolatori — non sono sparite, ma sono aumentate da quando è stata introdotta la vivisezione come unico mezzo di “ricerca medica”.
Queste idee, esposte in Imperatrice nuda, il primo libro che Hans Ruesch ha scritto fin dall'inizio direttamente in italiano, suscitando scandalo in Italia al suo apparire nel gennaio 1976, segnò anche la fine della carriera letteraria di questo autore fuori dagli schemi.
Allora ebbe inizio il suo pellegrinaggio da un tribunale all'altro in vari paesi, trascinatovi non apertamente dall'industria farmaceutica come taluni logicamente assumono, ma al contrario da finti alleati.
È questo il soggetto del suo successivo libro, intitolato I falsari della Giustizia, che egli spera ancora di poter terminare.
Ma intanto la Prentice Hall, la primaria casa americana di opere didattiche, ha pubblicato nel 2003 una nuova antologia di quasi 800 pagine, destinata all'insegnamento universitario e intitolata Dal passato al presente: idee che hanno cambiato il nostro mondo.
Tra i 73 autori di cui sono citati ampi stralci figura anche Hans Ruesch.
Per quale opera? Per quella che finora era stata la più soppressa in tutti i 9 paesi in cui Nuda.»
Il testo precedente era stato visto e approvato da Ruesch stesso.
Ruesch è scomparso a 94 anni il 27 agosto 2007, nella sua casa di Massagno, vicino a Lugano.
Info: http://www.hansruesch.net/
- English: http://hansruesch.net/indexe.html
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