lunedì 12 agosto 2013

Attivisti

Pochi sono stati gli attivisti degli ultimi decenni che hanno rispecchiato appieno ogni mio pensiero (dall’antispecismo all’anarchismo). Ho sempre ricercato i miei idoli in quella fascia temporanea tra l’800 e il 900, ed è sempre stato difficile capire la loro mentalità essendo nati in tempi non tuoi…è difficile capire cosa vivevano realmente da parole scritte su carta. Per questo mi sono messa alla ricerca di qualcuno più “vicino” a me cronologicamente, in modo tale da poter immedesimarmi meglio sulle sue azioni praticate in una società non così diversa da quella in cui mi trovo. Barry Horne era un’animalista e un anarchico morto nel 2001 per il suo ennesimo sciopero della fame. Sin dall’inizio della sua vita, egli mostra fastidio e disprezzo verso ogni autorità sfruttatrice della libertà altrui. Berry Horne Berry Horne Il suo attivismo inizia con azioni antifasciste dando sostegno alla situazione della nord Irlanda. Ma poi scoprì il Northampton Animal Concern (NAC), gruppo locale molto forte e conosciuto dopo l’arresto di più di 100 attivisti per azioni contro un laboratorio dell’Unilever (multinazionale oggi molto nota). Non da meno però sono gli incendi a grandi magazzini di pellicce, liberazioni di animali d’allevamento o destinati alla sperimentazione. Insomma, la loro specialità era distruggere vetrine ed aprire le “gabbie”(anche se le loro pene sono state sempre aumentate per reati che si sarebbero dovuti verificare contro persone e non oggetti), ma, soprattutto appiccare incendi. Infatti, il suo primo arresto viene fatto quando, ricercato da 50 poliziotti per essere un pericoloso terrorista, fu trovato in un centro commerciale con attrezzature per incendi e viene condannato ad una pena di 18 anni. Nonostante le sue ammirabili azioni per ogni campo, per una cosa la mia mente è andata in subbuglio (poichè non la condivido): i suoi scioperi della fame. Ho sempre cercato di informarmi sui metodi di lotta per la liberazione animale, e mi sono appassionata a tutte le sue azioni ma, sono rimasta delusa quando ho letto la causa della sua morte. Credo che ogni tipo azione deve essere incentrata contro strutture e contro chi protegge lo Stato (che reprime umani e animali), ma non contro sé stessi…qualunque sia lo scopo che si vuole ottenere. Infatti, i suoi quattro scioperi dovevano, secondo lui, mirare contro il governo britannico di quei tempi….e in tutti e quattro non solo non ha ottenuto nulla ma, addirittura ci ha rimesso la pelle! Quello che ha acquisito di certo è stata un’ attenzione e una propaganda veramente incredibile. Intanto, la NAC ha continuato con le sue azioni supportando comunque Barry ma non appoggiando, secondo me, il suo metodo di protesta. Il primo sciopero durò 35 giorni con lo scopo di indurre il governo ad aprire un inchiesta sulla vivisezione. Il secondo, di quasi 2 mesi, era una protesta conto i laburisti saliti al poco al potere e che prima delle elezioni avevano promesso un forte impegno per la questione animale in generale. Ma il terzo, durato quasi 70 giorni, ha compromesso il suo stato di salute. Intanto l’Inghilterra (e non) animalista si ribella: si registrarono manifestazioni in tutto il mondo, molti animali vengono liberati, le sedi dei Laburisti vengono danneggiate, molte attrezzature destinate ad imporre sofferenze e morte agli animali vengono bruciate ecc. Muore nel 2001, dopo che da 15 giorni aveva intrapreso un nuovo sciopero della fame, per una complicanza al fegato nell’ala ospedaliera di una prigione. La sua morte sprona a continue e lunghe azioni ed è stato sepolto in un cimitero ecologico. In questo cimitero i corpi, prima della sepoltura, non subiscono trattamenti con sostanze chimiche, mentre le bare sono fatte di carta riciclata e una fodera di cotone naturale. Dopo ogni sepoltura un albero (una quercia o più una farnia) viene piantato nel punto in cui giace il defunto. Il deterioramento naturale del corpo fornisce quell’humus necessario alla sussistenza dell’albero. Via via che altri alberi vengono piantati, il bosco cresce e si sviluppa. I mass-media dimostrano anche in questa occasione il loro servilismo al potere dominante: viene definito «un signor nessuno, un terrorista diventato eroe del movimento animalista». Concludo con delle sue parole: «Il capitalismo e lo sfruttamento animale vanno di pari passo: per entrambi non c’è profitto nella vita ma solo nella morte; [...] E’ troppo facile dire semplicemente che la colpa di tutte le uccisioni e di tutta la sofferenza è loro [...] e che quindi pagheranno tutto, un giorno. Ancora più facile è voltarsi dall’altra parte [...] e non fare assolutamente niente per fermarli. La vita non è mai così semplice, soprattutto per chi si preoccupa della sorte degli animali [...]. Ogni giorno di ogni mese di ogni anno ci sono persone che abbandonano la loro vita tranquilla e sicura e decidono di intraprendere l’arduo cammino che porta alla liberazione di tutti gli animali [...] Il lungo cammino verso la vittoria che è il solo traguardo per porre fine alla sofferenza e fermare questo massacro. E grazie ai sacrifici e all’impegno di tutte queste persone il cammino si fa sempre più breve, la vittoria si avvicina e il Movimento per la Liberazione degli animali diventa sempre più forte e determinato, mentre chi abusa degli animali è intimorito dalla sua risoluta e cocciuta fede nella vittoria.» Barry Horne Mi piace · · Condividi · 7 ore fa ·

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